Animali fantastici - I crimini di Grindelwald

Gli animali fantastici tornano a casa. “Animali fantastici: I crimini di Grindelwald”, secondo capitolo della pentalogia su Fantastic beasts immaginata per il cinema da J.K. Rowling, è disseminato di connessioni con il passato e con i luoghi di Harry Potter. A partire dal cuore pulsante della saga: Hogwarts. Rivedere la silhouette dell’edificio, le aule, la grande sala centrale di sicuro farà battere il cuore di diverse generazioni di fan. Una folla di personaggi nuovi o che riemergono dal passato, ciascuno con il proprio dilemma, conflitto, segreto, legame nascosto. Tutti con una scelta di campo da fare di fronte all’ascesa del nuovo/vecchio arcicattivo: quel Grindelwald che abbiamo incontrato in “Harry Potter: i doni della Morte”, il possessore della bacchetta di Sambuco. Un villain, l’albino dall’occhio bianco disegnato da Johnny Depp, suadente, affabulatore, carismatico.
l film, diretto da David Yates (che lo definisce “un thriller emotivo”) dura 132 minuti che scivolano veloci a partire da una cavalcata (e riecco i cavalli scheletrici, i Thestal di potteriana memoria) nella notte sui cieli burrascosi di New York: la rocambolesca fuga di Depp/Grindelwald, catturato alla fine del film precedente dopo essersi rivelato (Depp è subentrato all'alter ego Colin Farrell) e rinchiuso nei sotterranei del Macusa, quartier generale dei maghi statunitensi, approfitta di un trasferimento in una prigione europea per liberarsi. Da lì si vola a Londra, dove Newt Scamander (nella versione italiana dei libri era Scamandro, sempre interpretato dal premio Oscar Eddie Redmayne) è confinato con il divieto di viaggiare. Lui scalpita, anche se ha il suo bel daffare: nel sotterraneo della sua vecchia casa c’è il quartier generale dove tiene le sue bestie. Convocato dai vertici magici, potrebbe riavere il permesso di viaggio se si aggregasse al fratello, ex eroe di guerra e ora capo degli Auror britannici, nella caccia a Credence, l'Obscurus finito a brandelli nel primo film ma che è supravvissuto. Il giovane interpretato dal taletuoso Ezra Miller è a caccia delle sue origini. Lavora in un circo di animali e esseri gestito da un ciarlatano mangiafuoco e ha legato con una meravigliosa donna destinata a un futuro terribile quanto celebre: trasformarsi nel serpente Nagini, tanto caro a Woldemort.
Dice Eddie Redmayne, sempre più a suo agio come addestratore, dottore delle bestie fantastiche. “Un regalo. Spesso gli attori preferiscono lavorare a teatro perché se una serata va male possono recuperarla e migliorarla volta dopo volta. Stavolta invece abbiamo potuto fare tesoro della maturazione dei personaggi dentro di noi negli ultimi due anni e raccontarli di nuovo anche in versione migliore e più profonda nella loro evoluzione”. Jude Law ha voluto “investigare il passato misterioso che si intuisce nei libri di Harry Potter sul personaggio di Silente. Non era facile mostrare un personaggio che conosciamo, così a suo agio negli ultimi anni della vita ma invece così complesso e pieno di rimpianti, tormenti, complessità, durante il periodo di questa storia”.
E così a Parigi convergono Scamander inviato da Albus Silente, Tina Goldstein, l’auror incarnata da Katherine Waterstone che vuole mantenere la promessa di proteggere Credence, la di lei sorella Queenie (Alison Sudol, bella e brava, brava e bella) inseguita dall’amato Babbano-No Mag, insomma umano, Jacob Kowalski, Dan Fogler. E poi ancora Grindelwald e i suoi seguaci che vogliono servirsi dei poteri di Credence, il fratello di Newt (Callum Turner) e la di lui fidanzata Leta Letrange (ex compagnuccia di Hogwarts e prima cotta del magizoologo, la interpreta Zoe Kravitz). Arriva anche nella storia quel Flamel inventore della Pietra filosofale. In questo secondo capitolo ci sono moltissime coppie, William fratello di Newt e Leta, Queenie e Jacob, Newt e Tina, Credence e Nagiri. Ma anche si suggerisce un amore tumultuoso e imperituro tra due maghi giovanissimi che poi diventano Silente e Grindelwald. Del resto Rowling non ha mai fatto mistero dell'orientamento sessuale del suo personaggio preferito. A Parigi Jude Law, interpellato sul punto spiega che “per me era importante come questo rapporto con Grindelwald lo aveva influenzato. Non era tanto sull’orientamento sessuale ma su questa persona specifica e suoi sentimenti verso un'altra. Se questa storia di quando era ventenne è ancora così forte e presente quando ne ha quaranta significa che è stata fondamentale e dolorosa per lui”.
I colpi di scena, non svelabili, sono parecchi e stringono a cerchio la storia verso luoghi e volti noti, dicevamo. Rowling torna ad affrontare i temi ricorrenti (la ricerca dell’identità, l’emarginazione del diverso) e si allaccia, siamo nel 1927, a un capitolo tragico della storia dell’umanità: quell'ascesa dei nazionalismi e dei regimi che sfocerà nella guerra mondiale. Sul fronte degli animali fantastici tornano Asticello, il rametto scassinatore che vive nel taschino di Newt, lo Snaso rubagioielli che si è abbondantemente riprodotto dando vita a una vera banda bassotti, ma ci sono anche delle novità come il cinese Zouwu, ispirato all’animale mitologico: felino con criniera e coda multicolore che va pazzo per un sonaglietto, Il Kelpie scozzese, un drago marino che sembra fatto di alghe, l’Augurey, un grande gufo triste con la coda colorata. E i thestal alati, zoccoli biforcuti e coda appuntita. Dopo aver voluto sapere i nomi della saga tradotti in italiano ed essersi divertiti a pronunciare Albus Silente, Babbano e Scamandro, Redmyane e Law si divertono a ipotizzare il prossimo capitolo in Italia: “Ci penso, quale parte dell’Italia?” dice Law. Waterstone immagina già la scena principale “al Colosseo”, Redmayne dice “sarebbe bello poter immaginare le alternative dei luoghi magici nelle città d’arte italiane. Anzi faccio un appello: per favore, signora Rowling, per il prossimo film andiamo in Italia”. Aspettiamo fiduciosi.